Introduzione di "Shakira-La rockera dai piedi scalzi"

Introduzione


"La musica di Shakira ha uno stampo personale che non assomiglia a nessun'altra, e nessuno - a nessuna età - riesce a cantare e ballare in quel modo, con una sensualità così innocente che sembra l'abbia inventata lei”.

GABRIEL GARCÍA MÀRQUEZ

Perché un libro su Shakira? Per rispondere a questa domanda ho preso in esame svariati motivi, di tipo oggettivo e soggettivo. Innanzitutto per la semplice ragione che un libro su Shakira in lingua italiana manca. Vi è stata una sola uscita editoriale nel lontano 2005, poi, a parte il libro di Bonifacio Vincenzi, che però non si occupa di Shakira da un punto di vista prettamente musicale, il nulla. Il che è abbastanza stupefacente se consideriamo la popolarità di Shakira nel mondo, ma soprattutto nel nostro paese. Il singolo Waka Waka è infatti detentore del record di settimane di permanenza consecutive alla numero uno, avendo superato con 16 settimane un mito inattaccabile nel Bel Paese come Vasco Rossi.
Consideriamo poi che la carriera di Shakira dura da 25 anni, essendo iniziata nel lontano 1991, e questo appare ancora più strano. Viceversa le nostre librerie traboccano di libri sulla boy band del momento o su qualche sedicente pop-star il cui fugace successo si esaurisce, di norma, nel giro di un paio di estati. Questo libro vuole quindi colmare un vuoto inspiegabile.
In secondo luogo questo libro vuole essere un atto di giustizia, e la parola non sembri troppo ingombrante, verso un’artista da sempre sottovalutata, e spesso vilipesa, sulla base del solo e semplice pregiudizio. Shakira difatti non è una semplice “popstar”, una bella ragazza dalle movenze sensuali e dai facili “tormentoni” come la stampa, i mass media e il luogo comune vorrebbe e pretende, a prescindere dalla conoscenza della realtà.
Shakira in realtà è un’artista completa, che scrive, arrangia e produce la sua musica, e lo fa da quando era poco più che una bambina. Shakira è una donna che, appena avuto qualche soldo a disposizione, ha realizzato il sogno di creare un’organizzazione che si occupa dei bambini poveri e della loro istruzione, è impegnata in mille iniziative benefiche, ambasciatrice di pace presso le Nazioni Unite, insignita di alte onorificenze in Francia e Stati Uniti d’America, amica di un genio della letteratura mondiale come Gabriel Garcia Marquez, oltre che beniamina di milioni di fan (sono  più di cento milioni i suoi seguaci su Facebook) e vincitrice di centinaia di premi musicali, tra cui 2 Grammy Award e nove Latin Grammy Award.
Credo che Shakira meriti il rispetto che le è dovuto, rispetto che viene riservato invece a personaggi che sono morti drogati o alcolizzati, il che la dice lunga sullo spessore morale di una società che preferisce chi si autodistrugge a chi cerca di costruire un futuro per gli altri, strappando i bambini ed i giovani ad un futuro di povertà e disperazione. Rispetto che le è dovuto anche per quello che ha apportato nel campo musicale, in cui ha creato, in un’epoca di copia ed incolla, uno stile personale e del tutto suo, un mix di generi musicali inedito e passionale, passionale come la terra dalla quale proviene, la Colombia.
Infine c’è la passione di chi ha iniziato a seguire Shakira per caso, timidamente, e poi ha scoperto, man mano, una grande artista, che, pur tra gli alti e bassi artistici che sempre ci sono,  si è sempre distinta dalla massa delle altre cantanti di successo per una grande umanità e una grande modestia, le cose che la rendono una persona vera oltre che un’artista unica e geniale.
Ho detto per caso….il caso domina i destini umani. Gli antichi usavano il termine “fato”. Oggi parlare di fato, destino, o più volgarmente fortuna o sfortuna sembra anacronistico, non razionale, nel migliore dei casi una superstizione, nel peggiore una debole scusante per manchevolezze.
Eppure tante cose che facciamo o non facciamo sono frutto del caso. Per esempio innamorarsi. Di una persona, di una canzone o di una idea, persino.
Questo libro nasce da una passione, ed una passione nasce dal caso. E così è avvenuto per la mia passione per Shakira (come per tante altre cose). Come accadde?
Sarà stato circa 10 anni fa. Era da un po' di tempo che bazzicavo Shakira e i suoi ancheggiamenti. All'inizio, lo confesso, non mi piaceva più di tanto: quando la vidi per la prima volta cantare uno dei suoi “tormentoni” ( poi scoprìi che la canzone era chiamata Whenever Wherever, ed incominciò lentamente a piacermi) mi dissi :“Ma chi è? La Britney Spears spagnola?”. Poi però cambiai idea. Come ha detto qualcuno “solo gli  imbecilli non cambiano mai idea”.
Iniziò a piacermi. Un poco, abbastanza, decisamente, troppo.  Non so esattamente come, quando e perché mi innamorai di lei. Sono cose che non si capiscono mai. Forse, il momento in cui avvenne realmente fu quando, avendo incominciato a scaricare canzoni e filmati dalla rete, trovai una sua esibizione live. Si trattava di una canzone chiamata Poem to a Horse ed il video era tratto dal DVD Live and Off the Record.
Le luci erano spente, poi si accendevano di colpo. Un basso potente, che sembrava scavare dentro di te un solco profondo, veniva seguito da una nota di chitarra ripetuta, che poi si trasformava in un energico attacco di batteria. Dei fiati possenti davano un tocco inusuale e maestoso al tutto.
E poi… arrivava lei….marciando come un soldatino, facendo andare avanti e indietro le braccia, si presentava al pubblico in delirio, poi salutava con il saluto militare alla sua destra e poi a sinistra. Però non c’era niente di marziale in questo,  ma una carica di energia e di sensualità rare da vedere.
Shakira dava vita a una performance incredibile, si gettava  a terra, si rialzava, poi si spostava da una parte e poi dall’altra del palco, accarezzava l’asta del microfono con magnifica dolcezza e sensualità. Si sdraiava per terra afferrando addirittura l’asta del microfono con le dita dei suoi piccoli piedi scalzi. Cantava, urlava, si dimenava, dando sfogo a tutta la sua grinta ed alla sua carica incontenibile.
Fui veramente colpito da questa performance, non avevo mai visto niente di simile, eppure di concerti, live o in registrata che fossero, ne avevo visti a decine, se non a centinaia. In breve, mi innamorai di quella piccola e scatenata biondina tutto pepe. Fu così che incominciai a seguirla sul serio, attraverso forum, video ufficiali e video amatoriali girati da registi improvvisati e con la mano tremolante pubblicati su Youtube, dischi, concerti e notizie, spesso inesatte o persino inventate.
Senza il caso questo libro non sarebbe mai stato scritto.
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