La rockera alla conquista degli USA

Alla fine delle tournée, come sempre accade, si fanno i bilanci e la situazione appare molto  chiara: Shakira è ormai un nome affermato nel panorama latino americano, ha fan distribuiti anche in Europa e USA, ma si tratta di un mercato di nicchia, quello degli immigrati dal continente latinoamericano  e di una piccola parte di pubblico più attento a quello che si  muove sulla scena musicale internazionale.
Shakira ed il suo management vogliono arrivare al grande pubblico, e per fare questo bisogna fare quello che tutti i grandi gruppi ed i grandi artisti, dai Beatles in poi, hanno fatto, o almeno cercato di fare: sfondare sul mercato americano. Per questo è necessario fare alcuni cambiamenti, primo fra tutti scrivere canzoni in inglese che possano essere appetibili per un pubblico più eterogeneo e diversificato, per il grande pubblico che segue la scena internazionale, e per il quale la lingua di riferimento è quella inglese, magari (spesso) con accento nordamericano. Shakira si mette quindi di buzzo buono a studiare l’inglese, peraltro lei è già poliglotta, parlando bene anche il portoghese, e col tempo aggiungerà italiano (stante alcune sue lontane origini siciliane)  francese e, in tempi più recenti, il catalano. Così eccola a studiare i testi di Walt Whitman, poeta statunitense ammiratore della natura e della vita nei boschi, e naturalmente i testi delle sue canzoni preferite, in particolare quelli di  Bob Dylan.
Ma non basta lo studio della lingua, ci vogliono persone che abbiano avuto una esperienza col mercato discografico americano, cantanti latine che abbiano già conquistato i cuori degli statunitensi. E quale nome migliore di Gloria Estefan? È insieme alla cantante di origine cubana che Shakira si mette al tavolo a tradurre una sua canzone intitolata Ojos Asi, che diventa Eyes Like Yours, e una canzone inedita intitolata Suerte, che diventerà un tormentone conosciuto in tutto il mondo con il nome di Whenever Wherever. Sarà proprio Gloria Estefan che convincerà la casa discografica di Shakira a puntare sull’artista colombiana in modo più marcato. Ha dichiarato infatti la Estefan durante una puntata della Oprah Winfrey Show: “La casa discografica voleva un paio di canzoni in inglese, ma questo non avrebbe convinto il pubblico a comprare un disco per la maggior parte in spagnolo. Ho lottato duramente per convincerli  a non fare le cose a metà. Come volevano fare loro non avrebbe funzionato. Alla fine ha venduto 14 milioni di copie e i fatti mi hanno dato ragione”. Sul perché abbia lottato duramente a favore di Shakira la Estefan è stata chiara “Lei è una poetessa, avevo sentito le sue canzoni in spagnolo e sapevo che poteva farcela”. Naturalmente ci vogliono anche produttori e musicisti affidabili, studi di registrazione e tecnici del suono all’altezza, e tanta voglia di sfondare.
Il disco viene registrato tra Miami e le Isole Bahamas, dove Shakira ha acquistato una casa e l’ha fornita di uno studio di registrazione e si avvale di poche ma preziose collaborazioni. Innanzitutto quella di Emilio Estefan, che aiuta Shakira nella produzione, in cui la giovane cantautrice si cimenta per la prima volta. Infatti Shakira ci tiene a che il disco sia come lei vuole che sia, senza qualche “grande produttore” imposto dalla casa discografica. Tutti i brani sono scritti da lei, e da lei prodotti, con la collaborazione di alcuni fidati autori come Lester Mendez, ed alcuni membri della sua band, come il chitarrista Tim Mitchell ed il batterista Brendan Buckley.
Il prodotto di tale sforzo si chiama Laundry Service, ovvero servizio di lavanderia, riferimento ai negozi sparsi un po’ dappertutto negli Stati Uniti d’America, ma anche in molti altri paesi, in cui si portano i propri vestiti a lavare. Forse il significato sta nel lavare i panni sporchi pubblicamente, nel mettersi a nudo e mostrarsi come si è, anche con le proprie debolezze. Il disco viene preceduto, come ormai d’abitudine, da un singolo, con relativo video.
Pubblicata il 27 agosto del 2001 Whenever, Wherever è la canzone che viene prescelta per rappresentare il nuovo corso artistico intrapreso da Shakira.
Una chitarra elettrica arpeggiata, accompagnata dalla voce flebile e sensuale della cantante, introduce il brano, che risulta essere una miscela ritmica e sonora indescrivibile. Ritmi latinoamericani, un basso funkeggiante, una chitarra rock, una voce sensuale e unica…. l’ascoltatore viene trascinato in una specie di magma sonoro, un mix di generi e suggestioni che non può lasciare indifferente, che ti obbliga a muoverti, a seguire con il corpo la musica.
Il video che illustra la canzone è la perfetta trasposizione in immagini delle sensazioni che ti dà la canzone, ed è la perfetta presentazione della cantante colombiana ad un pubblico che finora ne aveva ignorato totalmente l’esistenza: nella prima sequenza Shakira esce dalle acque come una antica Dea, direi che più che uscire viene catapultata fuori, poggia il suo piede con le unghie smaltate di nero sulla terra, e si lancia in una danza sulle note della canzone, mentre il mare ribolle di onde e schiuma dietro di lei.
Paesaggi andini, aquile che volano, cavalli neri e selvaggi…le immagini si susseguono ma è sempre lei a rubare la scena, la piccola ragazza coi capelli tinti di biondo che si muove con movenze di una sensualità che nessuna prima o dopo ha mai eguagliato, o almeno, mai riuscito ad imitare. La canzone inizia a vendere ben oltre le aspettative, così viene pensata una campagna promozionale su larga scala. Infatti alle prime apparizioni sulle solite televisioni spagnole (la versione presentata è quella in lingua spagnola) vengono rapidamente affiancate apparizioni in show internazionali, soprattutto americani.






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