L'Oral Fixation Tour


Mentre Hips don’t lie impazza per radio e scala le classifiche, Shakira sta già pensando al nuovo tour mondiale. Se i suoi ultimi dischi non hanno avuto il successo del precedente Laundry Service, è anche vero che il “gemello” spagnolo ha venduto oltre le aspettative (attorno ai 7 milioni di copie) ed il “gemello” inglese, dopo le difficoltà iniziali, grazie all’effetto di Hips don’t lie, è tornato nelle zone alte delle classifiche vendendo complessivamente oltre 5 milioni e mezzo di copie. Shakira è tornata prepotentemente nelle radio e nei discorsi degli appassionati di pop, ed un suo nuovo tour è atteso da milioni di fan in tutto il mondo.
La prova generale  del tour avviene alla edizione 2006 di Rock in Rio, che si tiene in Portogallo, più precisamente a Lisbona,nella affascinante cornice del  Parque de Bela Vista. Shakira si presenta con la sua band, in cui sono presenti alcuni nuovi elementi. Vestita di un abito bianco e a piedi scalzi Shakira dà vita ad una ottima performance, anche se si intuisce che non tutto è ancora a posto per una perfezionista come lei, e che nel tour coreografia e  scenari saranno diversi. La Setlist è abbastanza breve, composta di soli 13 brani. Il brano iniziale è Estoy Aqui seguito poi dalla nuova hit La Tortura e poi Don’t bother, Underneath your clothes, Hey you, la classica Inevitable, la nuovissima Hips don’t lie, How do you do, No, Pies Descalzos, Ojos Asi, Whenever Wherever e Ciega e Sordomuda. Una scaletta dove figurano, oltre ai classici, diversi nuovi pezzi, tra cui spicca in particolare How do you do, un pezzo che Shakira esegue con molta convinzione e passione. Tuttavia è proprio questo, fra tutti i brani che vengono eseguiti a Lisbona, che verrà tolto dalla futura scaletta.
L’Oral Fixation Tour inizia ufficialmente il 14 giugno del 2006 a Saragozza, in Spagna. Lo spettacolo vede molte differenze rispetto al Tour of the Mongoose. Ci sono meno elementi di coreografia, niente cobra alti 10 metri, piattaforme ruotanti e, soprattutto, botole da cui uscire (mettendo a repentaglio la propria incolumità fisica). Sostanzialmente solo Shakira e la sua band, con scenografie ridotte al minimo, più che altro qualche cambio d’abito e 5 ballerine per la finale Hips don’t lie, ovviamente con costume da danzatrice araba. Eppure non si tratta di uno spettacolo scadente. Semplicemente le scenografie sono più modeste, meno vistose e ridondanti, ma riescono ad essere semplici e raffinate al contempo. Ad esempio prima dell’esecuzione di  No viene utilizzata la musica classica di Eric Satie, successivamente Shakira canta la canzone indossando un lunghissimo vestito rosso, fornito di strascico sotto alle braccia. Alla fine della canzone Shakira con dei movimenti e delle giravolte crea una elegante coreografia. Gli arrangiamenti in generale sono meno rock rispetto a quelli del precedente tour, ma a mio modo di vedere alcune canzoni ci guadagnano. Sicuramente ci guadagna Ojos Asi, con un arrangiamento più rispondente alla musicalità medio-orientale del brano, laddove nel tour precedente la lunga intro hard rock finiva per contrastare eccessivamente con l’atmosfera folk del brano. In Whenever Wherever Shakira scende dal palco immergendosi  fra la folla, scortata ovviamente da un paio di guardie del corpo, il che non  le impedisce di trovare un contatto col pubblico, di stringere mani, di ricevere a volte qualche pacca di troppo, ma di stare a contatto con quella che lei definisce “la mia gente”. Se infatti una cosa emerge da questo tour, è che Shakira non è una diva, non è una “popstar” ma è una persona alla mano, una ragazza come tante altre, solo baciata dalla fortuna e dal talento, una che, come da lei dichiarato, viene dal popolo e fa musica per il popolo, per la sua gente.
Questa umiltà la si vede anche nel modo di presentare la band, un gruppo di amici prima di tutto, e poi di professionisti che condividono mesi e mesi di concerti, prove, trasferimenti, nottate insonni ed emozioni. Shakira non ringrazia solo la band, ma tutti coloro, spesso dimenticati, tecnici del suono o delle luci, operai che montano le attrezzature e in generale tutti gli addetti allo spettacolo, che hanno reso possibile ogni sera il concerto ed il divertimento per migliaia di persone, pur rimanendo dietro le quinte.
Il tour parte dalla Spagna, e dopo una dozzina di date in Spagna e Canarie si trasferisce nell’est europa, in Croazia, dove per l’unica volta viene aggiunta alla scaletta Animal City, e poi in Romania e Grecia prima di un breve concerto a Mosca. Successivamente l’Oral Fixation Tour sbarca negli USA dove registra il tutto esaurito nelle sue 27 date fra agosto e settembre. Ad ottobre Shakira e la sua band sono a Mexico City, dove al Palacio del Deportes si esibiscono per 7 sere in altrettanti spettacoli dove realizza il tutto esaurito. Il Messico è un trionfo così come l’arrivo nella patria di Shakira, la Colombia, che celebra la sua beniamina con ben 3 spettacoli sold out per un totale di oltre 160.000 spettatori.E poi l’Argentina, il Cile, il Perù, fino al ritorno negli USA per gli spettacoli alla American Airlines di Miami, dove viene registrato il DVD del concerto che verrà poi pubblicato l’anno successivo. A gennaio del 2007  sbarca in Europa, con una data anche in Italia, il 27 febbraio del 2007 al Datch Forum di Assago, ovviamente anche questo tutto esaurito, e poi ancora in Germania ed Inghilterra. Ma ormai Shakira è una star globale, e quindi ci sta una capatina nell’amato Medio Oriente, ecco quindi un concerto a Dubai ed uno, con ben 100.000 spettatori, a Il Cairo. Persino l’India viene toccata dal tour con una data a Mumbai.
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Il tour raccoglie consensi anche fra la stampa “Molti artisti si accontentano di avere un solo stile, ma Shakira non è una di loro, come mostra con il suo eclettico mix di stili in molte delle sue canzoni” scrive il Los Angeles Time che la definisce “la più carismatica rockstar del nuovo secolo” .
“La sua risolutezza ad essere valutata per la sua musica e non solo per il suo look abbagliante è non solo ammirevole, ma anche rinfrescante”- scrive The Orange County Register, che consiglia - “Ora è tempo di fare spettacoli nel modo degli U2 e degli Stones. Nota per Shakira: non aver paura dei grandi Show, tu sei nata per questo!” L’East Bay Times nota le differenze con gli spettacoli di Britney Spears e  di Madonna, basati su trovate spettacolari “Shakira invece punta sul suo talento e questo basta ed avanza”.
Ma l’incoronazione avviene sul prestigioso New York Times “Se (Shakira) non ha - per il momento - raggiunto il successo di Madonna, non ha nemmeno avuto a che fare con le grandi delusioni di quest’ultima. Invece di soffrire sui tabloid o sul palco, sembra aver deciso che la sua carriera musicale è una grande gioco che lei è destinata a vincere”. E conclude: “… sul palco del Madison Square Garden giovedì sera lei è sembrata più invincibile che mai”.

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